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IL CARNEVALE IN SICILIA

Il Carnevale è sempre stato e sempre sarà il sinonimo della licenziosità, del divertimento estremo, dello sfarzo nel gioco, nel travestimento e nella tavola.

Anticamente i festeggiamenti legati a questa manifestazione profana e folcloristica duravano più di un mese, a partire dal giorno seguente l'Epifania e fino al giungere della più triste ed austera Quaresima, ma dopo il terremoto dell'undici gennaio 1693 la durata della festività incominciò ad esser ridotta ed attualmente essa dura una settimana da anteporre alla Quaresima che essa anticipa.

Da sempre la festa ha rappresentato lo specchio delle condizioni sociali, politiche e civili dei tempi, nonché tempio e massima rappresentazione della trasgressività.

Il termine utilizzato per designare la festa si ricollega a quello latino "Carnem Levare", cioè al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale.

Le origini della festa pagana per eccellenza sono antichissime: il periodo in cui si svolge fa pensare alla festa ateniese a sfondo dionisiaco delle Antesterie (fine di febbraio), quella ellenistica che si basa sulla processione del carronave di Iside che anticamente si svolgeva agli inizi di marzo e soprattutto ai Saturnali latini.

Le prime notizie storiche certe sul Carnevale siciliano risalgono al 1600 e riguardano la città di Palermo e, col passare degli anni, la ricorrenza assunse sempre più sfarzo nella preparazione degli addobbi, dei costumi e delle maschere e potere sul desiderio collettivo di evadere dalla routine e dal quotidiano.

Anticamente in Sicilia si poteva assistere a delle danze particolari, come quella "degli schiavi" durante la quale i partecipanti, travestiti appunto da schiavi, ballavano per le strade pubbliche al suono di antichi strumenti turchi come i tamburi, o la così chiamata "Balla-Virticchi" per la quale i partecipanti si travestivano da pigmei e trattenevano il popolo.

Tra le maschere siciliane più caratteristiche del passato occorre decisamente ricordare quelle dei "Jardinara" (giardinieri) e dei "Varca" note soprattutto nella provincia di Palermo e quelle dei "briganti" e quella del "cavallacciu" note soprattutto nel catanese.
Tra le altre maschere tradizionali del passato si possono ricordare quelle che servono da parodia ai maggiori esponenti delle classi sociali cittadine: si hanno così le innumerevoli rappresentazioni dei "Dutturi", dei "Baruni" e degli "Abbati".
Si può citare, ancora, la vecchia maschera della "Vecchia di li fusa" presente anticamente nella Contea di Modica. Si tratta di un travestimento per diventare, attraverso l'uso di una gonna sgualcita, un mantello che si annoda al collo ed un velo che parte dal capo, il simbolo della prossima morte del Carnevale.
Sempre in prossimità della città di Modica - Rg -, si trovano le città di Monterosso e Giarratana. Qui le maschere di Carnevale del passato più rappresentative erano quelle dei " 'Nzunzieddu", cioè insudiciati, maschera così chiamata perché chi la impersona ha il viso sporco di fumo e terra rossa.

Anche il fasto culinario legato al Carnevale è un degno segnale dell'abbondanza della ricorrenza: durante questa settimana si fa largo uso di sughi di carne e di pietanze elaborate, come i "maccheroni al ragù" (pasta in casa preparata con 500 grammi di farina e qualche uovo e condita, appunto, con il ragù preparato con cotenna di maiale e spezie) e l'antico "Minestrone del giovedì grasso" preparato nella Contea di Modica (prevede di unire non solo le classiche verdure come le patate, le fave secche sgusciate, una cipolla, prezzemolo, sale e pepe, ma anche il lardo di maiale privato di cotenna e tagliato a cubetti), di dolci ricchi come le "Teste di Turco" (delle frittelle dolci ripiene di crema ed uva passa prodotti a Modica - Rg -) e dolci meno elaborati come la "Pignoccata" (dolce preparato impastando farina, tuorli, zucchero ed un pizzico di sale; l'impasto così preparato è tagliato in tocchetti successivamente fritti in sugna bollente, sgocciolati e decorati con miele allentato con acqua d'arance e spolverati di cannella spellata; il dolce prende questo nome perché assume la forma di pigna).

Ultimo aspetto legato alla festa in questione riguarda alcune antiche tradizioni che, purtroppo, oggi non hanno più la stessa forza e lo stesso fascino del passato.
Si sta parlando, ad esempio, dell'antica abitudine di raccontare indovinelli in dialetto, spesso apparentemente lascivi e ricchi di doppi sensi ma che spesso avevano una soluzione più ingenua di quello che poteva sembrare.

Attualmente l'abitudine di festeggiare il Carnevale è ancora molto sentito in tutta l'isola. Molte sono le feste organizzate dai privati, ma ancora più numerose sono quelle organizzate in forma pubblica e che possono vantare una secolare tradizione.

Iniziando una carrellata delle varie manifestazioni presenti in tutta l'isola, si può parlare dei festeggiamenti attuati a Palazzolo Acreide - Sr -. Qui il Carnevale si festeggia per sei giorni di seguito attraverso le sfilate di carri allegorici, la partecipazione delle tipiche maschere siracusane come i "cuturri", vari veglioni e grandi abbuffate a base di "Cavatieddi" (un tipo di pasta condita con il sugo di maiale), la salsiccia ed il crostino di trota.
Qui il carnevale è all'insegna della spontaneità e del coinvolgimento totale di tutta la cittadinanza che degnamente contribuisce alla riuscita dell'unica rappresentazione, nel suo genere, in tutta la provincia siracusana.
Conoscere le origini di questa ricorrenza cittadina è un'impresa ardua, come del resto per molte altre città isolane, ma sicuramente l'evento va ricordato perché il coinvolgimento del pubblico è totale e perché si possono ammirare numerosissime maschere.

Un'altra festa di Carnevale si attua nella città di Termini Imerese - Pa -.
Anche qui si attua la sfilata dei carri allegorici che rappresentano una satira dei vari personaggi del mondo della politica e dello spettacolo, balli vari ed il rogo dei due fantocci del "nannu" e della "nanna", evento che sancisce la fine dei festeggiamenti e dell'allegria.

Successiva interessante manifestazione siciliana del Carnevale è "Il Mastro di Campo", una pantomima che si svolge nella pubblica piazza e che coinvolge tutta la città di Mezzojuso - Pa -.
L'evento ha delle origini antiche visto che la sua esistenza è attestata sin dal XVII secolo e prevede che un figurante abbia il volto coperto da una maschera rossa e che cerchi di conquistare la sua amata regina arroccata nel suo castello. Per alcuni l'evento ricorda Bernardo Cabrera che, nel 1412, scalò il Palazzo Steri a Palermo per conquistare Bianca di Navarra, la regina che egli amava. In realtà il paragone presenta delle incongruenze storiche perché nella realtà la regina non ricambiava tali sentimenti. Tale pantomima tragicomica prevede, inoltre, l'intervento di circa sessanta figuranti vestiti con costumi risalenti al XV secolo.
Nel corso dei secoli, vista l'età della manifestazione, l'evento ha subito delle modifiche, come l'intervento di "Garibaldi" e di alcuni suoi uomini che si ha a partire dagli inizi del 1900. La partecipazione dell'eroe dei due mondi e dei suoi uomini è molto attiva: i garibaldini ingaggiano una bella battaglia con le guardie saracene del castello. Altri caratteristici personaggi di tale pantomima sono gli alleati del Mastro di Campo, i briganti ed i guerriglieri rappresentati dal gruppo del Forforio che vogliono sovvertire l'ordine rappresentato dalla Corte del Re ed il "Diavolo Pecoraio", un figurante rivestito di pelli di pecora che rappresenta il reale avversario dell'eroe della pantomima.
Alla fine della pantomima, così come vuole la tradizione delle favole più belle, Mastro di Campo riesce a conquistare la sua amata.

Il Carnevale di Sciacca - Ag - probabilmente è una delle manifestazioni più note di tutta la Sicilia.
In questa città alle falde del Monte San Calogero il Carnevale, dopo qualche anno di declino, è diventato un vero e proprio richiamo per i turisti, nonché occasione di divertimento e coinvolgimento per tutta la cittadinanza.
Il travestimento e la sfarzosità dei carri ha fatto di questo evento in questa città una delle manifestazioni più importanti, tanto da diventare uno dei carnevali più famosi d'Italia.
L'evento ha delle origini antiche visto che risale al 1800, quando la festa era l'occasione non solo per preparare ed abbellire carri allegorici e dar libero sfogo all'allegria, ma anche per dedicarsi ai "peccati di gola" abbuffandosi con vino, salsiccia, maccheroni al sugo e cannoli di ricotta.
I carri allegorici qui preparati hanno subito delle positive innovazioni tecnologiche, prevedono il coinvolgimento di architetti, artigiani della ceramica e scultori per diventare così delle imponenti strutture per le rappresentazioni satiriche dei vari personaggi del nostro tempo.
Le varie manifestazioni iniziano in città il giovedì grasso con la consegna delle chiavi della città alla maschera "Peppe Nnappa". I momenti centrali della manifestazione si hanno con la sfilata dei carri allegorici, evento che inizia il sabato per terminare il martedì. La sera del martedì, dopo giorni dedicati al canto ed al ballo, si concludono tutti i festeggiamenti con il rogo del carro di "Peppe Nnappa" che brucia insieme ai fischietti ed ai martelletti.
(Vedi http://www.carnevaledisciacca.it/)

Anche la cittadina di Bronte - Ct -, molto nota per l'ingente produzione dei pistacchi ai quali è dedicata una oramai famosa sagra, festeggia il Carnevale.
Mentre in passato tale manifestazione prevedeva l'intervento, nelle pubbliche strade cittadine, dei "Laddatori" - delle maschere locali che rappresentano le classi più povere della città -, attualmente il Carnevale brontese prevede, sempre per le vie cittadine, la sfilata dei carri e dei gruppi mascherati.

Il Carnevale di Misterbianco - Ct - si è notevolmente modificato nel corso degli anni, ma è sempre rimasto un punto fermo nella città per offrire una reale occasione di divertimento e di rottura dalla quotidianità. Mentre in passato c'era l'abitudine di allestire un palco da dove una banda musicale allietava i partecipanti alla festa con allegre e ballabili musiche, di effettuare dei giochi e di vedere le donne, ben mascherate, invitare amici a ballare e per farsi offrire delle leccornie, attualmente i festeggiamenti prevedono la sfilata di oltre settecento maschere. Quest'ultima manifestazione si effettua la domenica antecedente quella di Carnevale, la domenica di Carnevale ed il martedì grasso.
La preparazione dei costumi, tra l'altro di pregevole fattura, richiede una lunga lavorazione che dura numerosi mesi e l'abbondante utilizzo di materiali pregiati e ciò contribuisce a fare della manifestazione un vero fiore all'occhiello della città.
La sfilata delle maschere coinvolge vari comitati che ogni anno rappresentano un tema diverso da quello precedentemente realizzato e da quello simboleggiato da altri gruppi.

Il Carnevale di Paternò - Ct - ha perso parte del suo antico smalto e fasto, ma resta comunque sempre una piacevole ricorrenza cittadina. Anche in questo caso si può assistere alla sfilata di carri allegorici e gruppi in maschera e di ascoltare la musica per le vie cittadine come avveniva nel passato, ma si è persa l'antica abitudine di vedere le donne vestite con mantelli neri e maschere per poter invitare, senza farsi riconoscere, a ballare gli uomini.

Il Carnevale di Acireale - Ct - ha delle origini molto antiche che, si presume, risalgono alla festa del compatrono San Sebastiano inaugurata nel XVII secolo, in pieno dominio aragonese, e che diventò ben presto un'occasione di festa pubblica con giochi, mascherate e spettacoli vari.
Nel 1800, inoltre, c'erano sfilate di carri nobiliari dai quali i nobili del posto, appunto, lanciavano leccornie al popolo.
Soltanto nel 1929 la festa assume una forma organizzata e, col passare degli anni, diventa sempre più sfarzosa ed imponente tanto da diventare una tappa quasi obbligata per chi vuol trascorrere qualche giorno di euforia prima dello avvento della Quaresima.
Ogni anno si ha la sfilata di carri allegorici infiorati costruiti in cartapesta, di gruppi folcloristici e mascherati, l'esibizione di cantanti e di majorettes, l'esecuzione di giochi popolari nonché l'attiva partecipazione degli abitanti della città e di numerosi turisti.
(Vedi http://www.carnevalediacireale.it/)

Il Carnevale celebrato a Belpasso -Ct - prevede, oltre alla consueta rottura della quotidianità ed istituire un momento gioioso di svago e di divertimento puro, vari e distinti momenti celebrativi.
Si comincia con il recital dei poeti dialettali locali, si continua con la tradizionale ma sempre affascinante sfilata dei gruppi in maschera costituiti, in buona parte, dalle associazioni culturali cittadine e si conclude con l'intero coinvolgimento delle maschere nella pubblica piazza per ascoltare della buona musica dal vivo e per lasciarsi trascinare nelle danze.

Naturalmente anche il capoluogo siciliano ha il suo carnevale.
Come gli altri, anche il Carnevale di Palermo ha un passato glorioso alle spalle costituito da cortei che prevedono la presenza di costumi barocchi, palii allegorici, dalle commedie rappresentate in piazza.
Il momento magico di questa manifestazione si è visto soprattutto nel 1700 quando la festa coinvolgeva proprio tutti, dai nobili al popolino.
Tutte le vie cittadine, soprattutto quelle principali come il "Cassaro" e la "Strada Nuova", erano teatro dei festeggiamenti e delle così chiamate "Carrozzate", cioè le sfilate delle carrozze patronali che ospitavano i nobili del luogo che amavano mescolarsi col popolo per vivere in prima persona la festa.
Per non parlare poi dei teatri cittadini, il regno incontrastato dei giochi e dei balli in maschera.
Attualmente, la festa palermitana del Carnevale può esser intesa come recupero della memoria e delle antiche ma sempre valide tradizioni che hanno reso famosa la ricorrenza, ed anche come valorizzazione delle bellezze architettoniche cittadine visto che l'evento si svolge lungo le vie cittadine principali.

Il Carnevale di Corleone - Pa - ha come simbolo la maschera di "Riavulicchio", simbolo della rinascita della festività corleonese un tempo sepolta per ragioni di ordine pubblico e da qualche anno ripresa per l'esigenza popolare di divertimento e di rottura con la triste e monotona quotidianità.
Nel passato cittadino la festa aveva un sapore più popolare e vedeva la presenza di numerosi "Riavulicchi" che scorrazzavano incontrastati in branco per le vie cittadine accompagnati dallo scampanio di numerosi sonagli e facendosi precedere dal suono dei corni. Nei giorni propri della festa si poteva assistere alle cavalcate che irrompevano lungo le vie cittadine.
Attualmente la festa prevede la partecipazione della banda, il trofeo dei quartieri assegnato al gruppo che meglio di ogni altro realizza un carro allegorico, le sfilate dei carri che si attuano il sabato, la domenica ed il martedì che prevedono, come momento conclusivo, il ballo nella pubblica piazza in prossimità del Palazzo Municipale. Momento conclusivo della manifestazione corleonese prevede il rogo del "Nannu", il fantoccio che rappresenta il Carnevale la cui "morte" rappresenta la fine di un'epoca ed il nascere di una successiva. Prima del rogo, il Fantoccio legge il suo testamento dal balcone del Palazzo Municipale, sotto gli occhi dei partecipanti alla festa, poi riceve una collana di salsiccia e successivamente è accompagnato al rogo.

Francavilla di Sicilia - Me -, sviluppata nei pressi delle famose e suggestive Gole dell'Alcantara e circondata dal fiume San Paolo e dal fiume Zaviani, organizza ogni anno, così come altre città isolane, un Carnevale che dura un'intera settimana.
La festa vede il sorgere di canti e balli che coinvolgono l'intera cittadinanza, le sfilate dei carri allegorici, la personificazione del Carnevale nella maschera di "Sua Maestà", inizialmente onorata grazie alla sfilata delle corti e poi accompagnata dal "Gran Corteo Funebre" che serve per seppellire la maschera stessa insieme al periodo di divertimenti sfrenati e licenziosi.
Vero simbolo del Carnevale di Francavilla è il ballo collettivo.

Anche il rinomato centro turistico isolano di Taormina - ME - prevede vari festeggiamenti per il Carnevale.
Anche in questo caso la competitività nella realizzazione dei carri e lo sfarzo ostentato da questi ultimi è davvero notevole visto che tutti i cittadini si prestano alla realizzazione di questi simboli che poi sfileranno nel classico quanto allegro corteo la domenica ed il martedì grasso. I premi in palio sono notevoli ed offerti non solo dall'autorità comunale, ma anche dalle varie associazioni dei commercianti e sono un ottimo stimolo per dare il meglio di sé nella realizzazione dei carri.
Il coinvolgimento cittadino non si ferma solo a questo aspetto, ma prevede anche la presenza di massa alle varie feste serali che si realizzeranno nella pubblica piazza durante i giorni canonici della festa e che prevedono gare canore, giochi vari come l'albero della cuccagna e balli coinvolgenti.
Si evince che anche il carnevale taorminese può esser considerato un'ottima tappa per festeggiare il Carnevale in Sicilia in allegria ed in compagnia e può esser considerato uno splendido esempio del divertimento e dell'allegria.

Un altro centro rientrante nella provincia messinese che prevede svariati eventi per il Carnevale è Saponara.
Tra i momenti costitutivi della festa si hanno i soliti ma sempre affascinati e coinvolgenti carri allegorici ed il momento culminante della festa si ha il martedì grasso quando tutta la cittadinanza è coinvolta nel "Corteo dell'Orso e della Corte Principesca". L'Orso è gigantesco, è agghindato con campanacci e trattenuto da delle corde ed è seguito dai suonatori di "brogne" e corni, dalla coppia principesca, dal giullare, dallo scrivano-consigliere e dal resto della corte. Tutto il corteo, inoltre, si arricchisce grazie alla partecipazione di vari gruppi e singoli vestiti in maschera.
Nella memoria collettiva l'evento ricorda un fatto storico. Il Principe Domenico Alliata di Villafranca e la sua consorte Vittoria Di Giovanni, baronessa di Saponara, regnavano nel XVIII secolo; in quel tempo un feroce orso minacciava la cittadinanza ed il principe ne garantì la cattura e per rassicurare la cittadinanza del pericolo scampato e sulla propria validità di signore e protettore della città fece incatenare la bestia e lo fece condurre per le vie cittadine.
L'evento ora raccontato è stato lo spunto per effettuare un travestimento satirico e burlesco che nel corso degli anni è diventato il fulcro del carnevale e che serve anche per esorcizzare antiche paure, per documentare come la popolazione vive determinati eventi sociali e civili e non solo per rievocare e rappresentare momenti salienti della storia cittadina.
(Vedi http://www.solnet.it/carnevaledisaponara/)

Il Carnevale a Novara di Sicilia - Me - prevede, oltre ai tradizionali festeggiamenti, anche il torneo della corsa delle locali forme del formaggio maiorchino - pecorino puro ricavato attraverso particolari processi di lavorazione e stagionatura e che assume una forma simile a quella del parmigiano -. E' un evento che può vantare quattro secoli di storia alle spalle e prevede la partecipazione di varie squadre composte da tre elementi, squadre che gareggiano facendo rotolare le forme del formaggio che pesano circa dodici chili per le vie cittadine. L'evento ha come naturale conclusione una Sagra durante la quale si può consumare non solo il formaggio in questione, ma anche la ricotta e la tuma.

Chiaramonte Gulfi - Rg - festeggia il Carnevale coinvolgendo non solo gli occhi ma anche la gola. Infatti, i due momenti distinti del Carnevale chiaramontano consistono nella sfilata dei carri allegorici che si effettua la domenica ed il martedì di Carnevale e che si concludono con la premiazione e la sagra della salsiccia che si effettua il lunedì sera.
Naturalmente anche in questa città, così come per le altre rappresentanti isolane, il coinvolgimento della cittadinanza è assicurato attraverso i balli in piazza.

 


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