| APRILE
 
 Il 
              quattro aprile ricorre l'anniversario della morte di S. Guglielmo, 
              venerato a Scicli (Rg). La tradizione religiosa ci tramanda 
              che tale Santo, appena sedicenne, era paggio alla corte del re di 
              Sicilia, Federico d'Aragona e che salvò il re, durante una 
              battuta di caccia, dall'assalto di un cinghiale; si ferì 
              gravemente ad una gamba e promise a Dio di dedicarsi alla vita di 
              eremita se lo avesse salvato. In effetti fu così, ed il giovane 
              inizialmente si trasferì nelle campagne di Noto, sua città 
              natale, per poi trasferirsi a Scicli, dove poi fu sepolto alla sua 
              morte, di fronte alla chiesa di San Matteo, il 1404. Alla sua morte, 
              le sue spoglie furono poste in un'arca d'argento, ma questa si danneggiò 
              durante una processione ed il suo argento fu usato per creare un 
              baule dove tuttora si conservano le spoglie del Santo.La festa a lui dedicata prevede la processione del suo busto in 
              argento posto su di un fercolo adorno di fiori. Il Santo è 
              invocato quando la pioggia scarseggia.
 
  Il 
              23 del mese ricorre la festa patronale di Modica, in provincia 
              di Ragusa, quella di S. Giorgio. La sua chiesa è la cattedrale 
              della città e la sua costruzione risale in parte all'arrivo 
              del re normanno Ruggero che, ricevuto l'aiuto del Santo in una battaglia 
              contro i saraceni nel 1090, volle dedicare al Santo una chiesa, 
              e così ordinò di costruirne una sulle rovine di quella 
              dedicata alla Santa Croce. In passato i modicani erano divisi in 
              due parti, i devoti di S. Giorgio e quelli di S. Pietro, e tra loro 
              c'erano lotte continue per determinare il patronato cittadino di 
              uno dei due santi; oggi gli eventi più violenti che accompagnavano 
              tale lotta sono scomparsi e dagli atti religiosi la supremazia è 
              data a S. Giorgio, ma i cittadini conservano ancora una sorta di 
              divisione nella loro devozione per i due santi. La festa di questo Santo attira per l'uscita della sua statua dalla 
              cappella in cui è riposta per tutto l'anno, evento molto 
              sentito che si svolge agli agli inizi della settimana dei festeggiamenti 
              a lui dedicati, per la sua processione effettuata a spalle dall'associazione 
              dei suoi devoti il giorno proprio della festa, processione che si 
              conclude la sera, quando la statua rientra in chiesa e sono effettuati 
              i tipici giri tra le navate della cattedrale.
 Occorre ricordare alcuni particolari della statua: essa rappresenta 
              il Santo da giovane, su di un cavallo bianco, che uccide il drago, 
              simbolo del male; il drago è ricavato dalle radici di una 
              quercia, il dorso del cavallo è una botte. Al sacro si unisce 
              il profano: la festa comprende anche fuochi d'artificio, mostre 
              d'artigianato locale e l'allestimento di bancarelle con vari prodotti.
 
  S. 
              Giorgio è festeggiato anche a Ragusa, ed anche in 
              questa città c'è stata la diatriba tra due santi, 
              precisamente tra S. Giorgio e S. Giovanni. La lotta in passato ha 
              portato eventi incresciosi, come dopo il famoso terremoto del 1693 
              e che fu seguito dalla divisione della città in due, dalla 
              costruzione della cattedrale dedicata a S. Giovanni che circa 20 
              anni dopo il potente terremoto ottenne la sua indipendenza da quella 
              dedicata a S. Giorgio. Tale fatto si concluse con l'effettiva divisione della città 
              in due, con la creazione di due sindaci. Ora la diatriba è 
              meno furiosa.
 Attualmente S. Giorgio è ricordato con una rappresentazione 
              del suo martirio che prevede vari figuranti, la processione trionfale 
              della statua da parte dei fedeli e la preparazione di pani votivi 
              che poi saranno divisi fra i fedeli.
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